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FAQ: SERVIZIO CONSULENZA POST CORSO

CORSO LA CORRETTA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA CAMPI ELETTROMAGNETICI – 4 ORE

Il percorso formativo proposto da Vega Formazione si caratterizza per un servizio di consulenza online post-corso gratuito e riservato ai partecipanti che consente una prosecuzione del percorso formativo intrapreso garantendo un accrescimento professionale costante e fornendo utili supporti per la propria professione.

Ciascun partecipante riceverà, congiuntamente all'attestato, un codice di accesso da utilizzare per porre quesiti ai docenti del corso, utilizzando l'apposito spazio web "Area Riservata partecipanti" del sito.

Le risposte fornite dal docente verranno inviate a colui che ha formulato le domande e, se ritenute di comune interesse pubblicate sul sito. Tali domande e risposte sono inoltre accessibili dall'area riservata del cliente.
Principali quesiti formulati dai partecipanti e relative risposteInserita il:

RISPOSTA:

IARC ha condotto uno studio in base al quale l’incidenza della leucemia infantile passava da 5 casi su 100.000 (0,005%) a 10 casi su 100.000 (0,010%). Con tale incidenza i campi a bassa frequenza ELF diventano cancerogeni del gruppo 2B, ovvero possibilmente cancerogeni (allo stesso livello della carne rossa per intenderci). Detto questo va ricordato che in Italia abbiamo una legge che abbassa i valori del campo elettromagnetico in prossimità degli elettrodotti dal 2003 (DPCM 08/07/2003, n. 200). Analogamente per le antenne 3G, 4G, 5G, (che però sono campi elettromagnetici ad Alta Frequenza) in Italia c’è il DPCM 08/07/2003, n. 199 che fissa il valore massimo a un decimo di quello raccomandato dall’Unione Europea.



Le altre sorgenti da lei citate (abitazioni con WI-FI, antenne radio, forni microonde, uso di cellulari...) non emettono campi elettromagnetici a bassa frequenza, bensì ad alta frequenza (quindi lo studio prima citato qui non è pertinente). Considerando che il campo elettromagnetico decade molto con la distanza dalla sorgente, per ridurre il rischio (posto che non abbiamo studi che provino la pericolosità dei campi elettromagnetici per esposizioni a lungo termine) la cosa migliore è mantenere sempre una distanza di sicurezza dalle apparecchiature che li emettono. Ad esempio, a 40 cm da un’antenna WI-FI, il rischio è abbondantemente ridotto. Per i cellulari (che IARC classifica comunque nel gruppo 2B) la cosa migliore è usarli il meno possibile vicino a parti del corpo come testa e busto (ad esempio l’auricolare o il vivavoce in questo può aiutare).


RISPOSTA:

Il tipo di effetto causato dal campo elettromagnetico dipende dalla frequenza (quindi i campi magnetici statici creano danni diversi dai campi a bassa frequenza che creano danni diversi dai campi ad alta frequenza). Se il danno si verificherà oppure no, invece, dipende dall’intensità del campo elettromagnetico (che a sua volta dipende dalla potenza della sorgente e dalla distanza a cui mi trovo). Se si superano determinati valori di riferimento, che sono diversi a seconda delle frequenze (es. valori della Raccomandazione n. 519/1999/CE o Valori di Azione del D.Lgs. 81/08) allora potremmo avere dei danni.


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