Tra le novità introdotte dal D.M. 2/9/21 relativamente allo svolgimento dei corsi antincendio, sicuramente le principali riguardano:
È evidente l’intenzione, del tutto condivisibile, di dare un forte risvolto pratico e di addestramento ai corsi di formazione per addetti antincendio.
Ma come si utilizzano gli idranti e i naspi?
Scopriamolo in questo approfondimento e in questo video didattico, in cui tratteremo questi argomenti:
Con il termine “NASPO” si identifica un apparecchio di erogazione dell’acqua costituito da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una estremità con una lancia erogatrice.
Questa è la tipologia di terminale più piccolo di una rete idrica antincendio, installato all’interno di edifici per essere utilizzato facilmente e consente di intervenire su un incendio che si sta sviluppando all’interno di un locale al fine di controllarne manualmente la crescita dell’incendio e, se possibile, estinguerlo.
Secondo la norma UNI 10779 che stabilisce le caratteristiche idrauliche di una rete idrica antincendio, suddividendole in 3 livelli, il NASPO deve garantire una pressione residua minima di 2 bar con una portata d’acqua di almeno 60 litri al minuto.
Si tratta quindi di una tipologia di “idrante” più facile da utilizzare e, grazie alla tubazione semirigida, è possibile iniziare l’erogazione dell’acqua anche senza aver completamente distesa la tubazione.
Per controllare il getto d’acqua, l’operatore impugna la lancia erogatrice, che consente non solo di direzionare il getto d’acqua, ma anche di modularlo, scegliendo tra il getto pieno e getto frazionato.
Con il termine idrante a muro si identifica un apparecchio di erogazione composto essenzialmente da una cassetta contenente una valvola manuale di intercettazione, una tubazione flessibile completa di raccordi e una lancia erogatrice.
Questa è la tipologia di idrante intermedia, che garantisce portate e pressioni maggiori rispetto al NASPO, ma minori rispetto agli idranti UNI 70. Per questa ragione questa tipologia di idrante può essere installata sia all’interno che all’esterno degli edifici.
La tubazione collegata all’idrante UNI 45 è di tipo flessibile, quella che viene normalmente chiamata manichetta, pertanto prima dell’utilizzo deve essere completamente srotolata, avendo cura di non lasciare nodi o strozzature.
Secondo la norma UNI 10779 che stabilisce le caratteristiche idrauliche di una rete idrica antincendio, suddividendole in 3 livelli, l’idrante UNI 45 deve garantire una pressione residua minima di 2 bar con una portata d’acqua di almeno 120 litri al minuto.
Per controllare il getto d’acqua, l’operatore impugna la lancia erogatrice, che consente non solo di direzionare il getto d’acqua, ma anche di modularlo, scegliendo tra il getto pieno e getto frazionato.
Gli idranti UNI 70, ovvero la tipologia di idrante più “grande”, possono essere installati sottosuolo o soprasuolo.
L’idrante antincendio sottosuolo UNI 70 prevede che l’attacco della manichetta si trovi sotto suolo, pertanto per accedervi è necessario aprire un “coperchio”, più precisamente il “chiusino”, installato a piano di calpestio. Anche la valvola si trova all’interno dell’alloggiamento sotto suolo, pertanto per aprirla e consentire quindi l’erogazione di acqua è necessario agire con un’apposita “chiave di manovra”.
Con il termine idrante a colonna soprasuolo UNI 70 si intende un apparecchio di erogazione costituito da una valvola alloggiata nella porzione interrata dell’apparecchio, manovrata attraverso un albero verticale che ruota nel corpo cilindrico, nel quale sono anche ricavati uno o più attacchi con filettatura unificata.
A questo apparecchio si collega la manichetta e agendo con un’apposita chiave di manovra si apre la valvola dando inizio all’erogazione dell’acqua.
Nella distesa delle tubazioni, il raccordo maschio, al quale verrà collegata la lancia deve essere diretto verso l'incendio mentre il raccordo femmina andrà collegato alla colonnina idrante.
Secondo la norma UNI 10779 che stabilisce le caratteristiche idrauliche di una rete idrica antincendio, suddividendole in 3 livelli, l’idrante UNI 70, sia del tipo sotto suolo, sia del tipo sopra suolo, deve garantire una pressione residua minima di 3 bar con una portata d’acqua di almeno 300 litri al minuto.
Si tratta quindi della tipologia di idrante con le prestazioni in termini di pressione e portata più elevate. Questo tipo di idrante è generalmente installato all’esterno degli edifici.
Per controllare il getto d’acqua, l’operatore impugna la lancia erogatrice, che consente non solo di direzionare il getto d’acqua, ma anche di modularlo, scegliendo tra il getto pieno e getto frazionato.
Lo svolgimento delle prove pratiche per l’uso di naspi e idranti con erogazione di acqua comporta un’aumentata complessità nell’organizzazione dei corsi per addetti antincendio, dovendo prevedere spazi e impianti in grado di consentire lo svolgimento in sicurezza delle prove con idranti e naspi con erogazione di acqua.
Negli oltre 900 mq del nostro Safety Training Center, i partecipanti ai corsi per addetti antincendio hanno a disposizione anche le nuovissime Sala Prova Estintori e Sala Prove Idranti.
Nella Sala Prove Estintori è possibile effettuare prove di spegnimento mediante estintori in appositi focolai che simulano un principio di incendio.
La Sala Prove Idranti è invece un locale appositamente progettato e realizzato per effettuare in sicurezza e al coperto tutte le prove pratiche con idranti UNI 45, UNI 70 e naspi, come previsto dal D.M. 2/9/21, il decreto che regolamenta la formazione degli addetti antincendio.
Il dimensionamento dell’impianto presente nella Sala Prove Idranti garantisce prestazioni in termini di pressione residua e portata, conformi a quanto previsto dalla norma UNI 10779. In tal modo, i partecipanti ai corsi antincendio potranno provare direttamente le corrette modalità d’uso degli idranti UNI 45 e UNI 70 e dei naspi, sperimentando anche lo sforzo necessario per contrastare la spinta di tali attrezzature antincendio.
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