Smaltimento dei Rifiuti

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Smaltimento rifiuti: lo smaltimento dei rifiuti rappresenta l'ultima opzione nella gerarchia della gestione dei rifiuti, da attuare solo quando non è possibile alcuna forma di recupero o valorizzazione. Esso comprende tutte le operazioni finalizzate all'eliminazione definitiva dei rifiuti, garantendo la tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Secondo la definizione indicata all'articolo 183, comma 1, lettera z) del D.Lgs. 152/2006, per smaltimento dei rifiuti si intende "qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l'operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia". Questo implica che, sebbene possano essere recuperate sostanze o energia durante il processo, l'operazione principale rimane lo smaltimento.

Come avviene quindi lo smaltimento dei rifiuti? Nel linguaggio comune, il termine "smaltimento" viene spesso associato al deposito dei rifiuti in discarica, ovvero alla loro eliminazione definitiva senza possibilità di recupero. Tuttavia, secondo la normativa vigente, lo smaltimento non si limita solo al conferimento in discarica, ma include anche una serie di processi preliminari di trattamento che vengono eseguiti prima dell’eliminazione finale.

Questi trattamenti preliminari possono includere, ad esempio, la stabilizzazione, la decontaminazione, l'essiccazione o altri metodi volti a ridurre il volume, la pericolosità o l’impatto ambientale dei rifiuti prima del loro definitivo smaltimento. L'obiettivo è quello di minimizzare gli effetti negativi derivanti dal deposito finale, sia esso in discarica o mediante altre operazioni di smaltimento previste dalla normativa (ad esempio, incenerimento senza recupero energetico).

Le possibili operazioni di smaltimento sono elencate nell'Allegato B alla Parte IV del D.Lgs. 152/2006, sono individuate da un codice composto dalla lettera D seguita da un numero compreso tra 1 e 15 che corrisponde alle seguenti attività:

• D1 - deposito sul o nel suolo (ad esempio, discarica);

• D2 - trattamento in ambiente terrestre (ad esempio, biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli);

• D3 - iniezioni in profondità (ad esempio, iniezioni di rifiuti pompabili in pozzi, cupole saline o faglie geologiche naturali);

• D4 - lagunaggio (ad esempio, scarico di rifiuti liquidi o fanghi in pozzi, stagni o lagune);

• D5 - messa in discarica appositamente allestita (ad esempio, sistematizzazione in alveoli stagni separati, ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente);

• D6 - scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico, eccetto l'immersione;

• D7 - immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino;

• D8 - trattamento biologico non specificato altrove che dia origine a composti o miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12;

• D9 - trattamento fisico-chimico non specificato altrove che dia origine a composti o miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 (ad esempio, evaporazione, essiccazione, calcinazione);

• D10 - incenerimento a terra;

• D11 - incenerimento in mare;

• D12 - deposito permanente (ad esempio, sistemazione di contenitori in una miniera);

• D13 - raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni da D1 a D12;

• D14 - ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni da D1 a D13;

• D15 - deposito preliminare prima di una delle operazioni da D1 a D14 (escluso il deposito temporaneo prima della raccolta nel luogo in cui sono prodotti)

La normativa vigente richiede che le operazioni di smaltimento siano effettuate con tecnologie e impianti che garantiscano la massima sicurezza nel tempo. Inoltre, sono previsti criteri specifici per il conferimento dei rifiuti, che spesso implicano un trattamento preliminare per ridurre l'impatto ambientale.