La questione dei documenti sulla sicurezza falsi, come possono essere i falsi attestati di formazione o il DVR falso (Documento di Valutazione dei Rischi), è un tema di grande attualità e rilevanza giuridica nel campo della sicurezza sul lavoro. La truffa contrattuale e l’emissione di documenti falsi di questo tipo comportano gravi conseguenze e responsabilità penali sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori. In questa occasione, ci concentreremo in particolare sul fenomeno degli attestati falsi di formazione, approfondendo le normative, i rischi e le conseguenze legate a queste pratiche.
Approfondiamo la problematica dei falsi attestati di sicurezza, considerando i seguenti punti:
Innanzitutto approfondiamo il concetto di truffa contrattuale dal punto di vista giuridico.
Questo reato si configura quando uno dei contraenti, attraverso artifici o raggiri, induce l'altra parte a stipulare un contratto che altrimenti non avrebbe concluso.
Questi inganni possono derivare sia da azioni che da omissioni, come il non fornire informazioni di cui una parte ha l'obbligo di comunicare.
L’art. 640 del codice penale punisce il reato di truffa con la pena detentiva della reclusione e con quella pecuniaria della multa.
La dottrina prevalente ritiene sussistere la truffa anche qualora sia stata posta in atto una simulazione o dissimulazione o subdolo espediente tali da indurre un qualsiasi soggetto in errore.
Il legislatore evidenza una responsabilità non solo penale ma anche civile. L’art. 1337 c.c. prevede come le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto debbano comportarsi secondo buona fede. Ogni contraente, quindi, dovrà tenere un comportamento leale e trasparente sia nella fase precontrattuale che in quella contrattuale, pena una possibile responsabilità civile e penale con conseguente obbligo di risarcimento anche dei danni.
La truffa contrattuale è una specificazione del reato di truffa (Art. 640 c.p.), caratterizzata dall’inganno all’interno di un rapporto negoziale e si perfeziona con il danno patrimoniale subito dalla vittima e l’arricchimento dell’agente, spesso nella fase esecutiva del contratto.
La falsificazione di attestati di formazione e/o di aggiornamento potrà essere punita per illecito penale (falsità ideologica ex art. 483 c.p.) e reati contravvenzionali.
l datori di lavoro che ammettono attestati falsi di formazione sulla sicurezza sono esposti a numerosi rischi legali, tra cui:
L'uso di falsi attestati di sicurezza non solo mette a rischio i datori di lavoro, ma provoca anche gravi conseguenze per i lavoratori e per l’azienda.
I lavoratori che non ricevono una formazione adeguata sui rischi connessi alle proprie mansioni sono esposti a una maggiore probabilità di incidenti. Non conoscere le procedure di sicurezza, l'uso corretto delle attrezzature e le misure di prevenzione può comportare l’adozione di comportamenti pericolosi che espongono i lavoratori a pericoli di infortunio, anche mortali.
Per l’azienda, l’uso di attestati di formazione falsi comporta gravi conseguenze sia sul piano economico che reputazionale, oltre a importanti rischi legali. Come previsto dal D.Lgs. 81/2008, l’azienda rischia pesanti sanzioni amministrative e penali per la mancata conformità alla normativa sulla sicurezza. Scoprire poi che l’azienda ha prodotto o accettato attestati falsi può generare un clima di sfiducia e insicurezza tra i dipendenti, che si riflette su morale e produttività. Anche l’immagine e la reputazione dell’azienda sia presso clienti che presso fornitori possono uscirne gravemente danneggiate.
La mancanza di formazione adeguata si traduce in lavoratori meno preparati, aumentando il rischio di errori, incidenti e scarsa produttività. Anche tutto questo può rendere l’azienda meno competitiva rispetto a quelle che garantiscono alta qualità e sicurezza.
Ad uscirne danneggiato è poi anche il settore della formazione sulla sicurezza sul lavoro, alimentando la sfiducia e l'idea di un ambiente professionale poco serio e incline all'inganno.
I soggetti formatori che producono attestati falsi o offrono corsi di bassa qualità riescono spesso a proporre prezzi inferiori rispetto agli enti formativi seri, creando una competizione sleale. Gli enti che investono in corsi di qualità, istruttori qualificati e procedure conformi si trovano in svantaggio economico rispetto a chi offre soluzioni irregolari.
La diffusione di falsi attestati di sicurezza è un problema che ha diverse radici, a partire da motivazioni economiche fino a carenze di controllo e sensibilizzazione.
In molte aziende la sicurezza è percepita come un costo, e i datori di lavoro, soprattutto in settori a bassa marginalità, sono spinti a ridurre le spese. In questo contesto, la formazione obbligatoria diventa spesso un onere piuttosto che un investimento, e alcuni scelgono scorciatoie per risparmiare, come l’uso di certificati falsi. Questa dinamica si accentua in ambienti competitivi, dove si pensa che risparmiare su tali aspetti possa aumentare la competitività, anche se ciò va a discapito della qualità e della sicurezza effettiva sul posto di lavoro.
Un altro fattore cruciale è la scarsa cultura della sicurezza, che riguarda sia i datori di lavoro che i lavoratori stessi. Molti imprenditori non comprendono fino in fondo l'importanza della formazione e vedono l’attestato come un semplice requisito formale da ottenere, senza considerare il valore pratico di una preparazione autentica. Anche tra i lavoratori, in certi contesti, c'è una mancanza di consapevolezza sui benefici della formazione, e questo porta alcuni a non dare troppa importanza alla qualità del corso o alla veridicità dell’attestato sicurezza sul lavoro.
Le normative in materia di sicurezza possono poi essere complesse e soggette a frequenti aggiornamenti e alcuni datori di lavoro trovano difficile tenersi aggiornati e seguire le procedure necessarie per garantire la conformità. Inoltre, le procedure burocratiche possono essere lunghe e costose, e questo incentiva alcuni a cercare scorciatoie, soprattutto quando i controlli risultano insufficienti. In effetti, la mancanza di controlli adeguati fa sì che il rischio di essere scoperti sia basso, e ciò alimenta una certa impunità. Anche le sanzioni, in molti casi, non sono abbastanza dissuasive e non sempre riflettono la gravità delle violazioni.
Un altro aspetto da considerare è la presenza di enti di formazione poco seri o addirittura fraudolenti, che rilasciano certificati senza erogare una vera formazione. Questi enti, proponendo corsi a prezzi bassissimi, esercitano una concorrenza sleale rispetto agli enti accreditati, danneggiando il settore della formazione. La loro presenza facilita il ricorso ad attestati fasulli poiché molti datori di lavoro sono attratti dai costi ridotti.
All'interno delle aziende stesse, spesso mancano controlli interni per verificare la qualità e l’autenticità degli attestati. Questo, unito alla superficialità e alla mancanza di etica di alcuni responsabili, crea un ambiente in cui la sicurezza viene trattata come un adempimento burocratico piuttosto che come un vero impegno verso il benessere dei lavoratori. Anche i dipendenti, in alcuni casi, accettano la situazione senza contestarla, ritenendo sufficiente possedere un attestato per essere “in regola” anche senza aver partecipato realmente a un corso.
Infine, c'è una carenza di sensibilizzazione sulle conseguenze dell’uso di attestati falsi e sui vantaggi di una formazione reale e completa. Molti datori di lavoro e responsabili della sicurezza non sono consapevoli delle sanzioni e dei rischi a cui si espongono, né dei benefici pratici che una formazione efficace può portare, come la riduzione degli incidenti e l’aumento della produttività. Questa combinazione di fattori contribuisce alla diffusione del fenomeno, creando un circolo vizioso che può essere spezzato solo con maggiori controlli, sensibilizzazione e incentivi per le aziende che investono realmente nella sicurezza.
Per identificare gli attestati sicurezza autentici, è importante controllare la presenza di determinati elementi:
Anche se un attestato presenta tutti i requisiti sopra menzionati, potrebbe essere comunque un attestato di formazione falso, come un patentino falso, se è stato copiato o modificato. È quindi importante prestare attenzione a dettagli specifici che possono indicare contraffazione o duplicazione non autorizzata.
Per verificare la validità di un certificato è possibile contattare l’ente che lo ha emesso e controllare il numero dell'attestato, se i dati non corrispondono a quelli registrati dall'ente, l'attestato è falso. Gli enti seri mantengono registri dettagliati di tutti gli attestati emessi e possono confermare se il certificato è stato effettivamente rilasciato.
Confrontare i dati del partecipante (nome, cognome, data di nascita) con quelli registrati presso l'ente di formazione può aiutare a identificare copie non autorizzate. Se l'attestato contiene informazioni discordanti rispetto a quelle nei registri dell'ente, potrebbe essere stato duplicato o modificato.
Sempre più enti accreditati stanno adottando poi elementi di sicurezza come QR code o un link di verifica che permette di controllare l’autenticità del certificato online. Scansionando il codice o inserendo il link, è possibile accedere ai dati autentici registrati nel database dell’ente di formazione, confermando la legittimità dell’attestato.
Rivolgersi a enti di formazione accreditati garantisce una formazione di qualità e assicura che essa sia conforme alle normative vigenti, valida sia a livello legale che professionale.
Gli enti accreditati sono sottoposti a controlli rigorosi e devono rispettare specifici standard di qualità. Questo si traduce in programmi strutturati, docenti qualificati e materiali aggiornati, permettendo ai lavoratori di acquisire competenze reali e immediatamente applicabili.
Un altro aspetto importante è la conformità alla normativa di sicurezza. Le disposizioni in materia di sicurezza, come il D.Lgs. 81/2008 e l'Accordo Stato Regioni 2025 sulla formazione, stabiliscono requisiti ben precisi per i corsi e le qualifiche dei formatori, e gli enti accreditati sono tenuti a seguirli scrupolosamente. Per l’azienda, scegliere un ente di formazione accreditato riduce il rischio di non conformità e delle relative sanzioni, poiché gli attestati rilasciati da questi enti sono riconosciuti su tutto il territorio nazionale e sono validi anche in caso di verifiche da parte degli organi di vigilanza.
Affidarsi a un ente accreditato è anche una dimostrazione di professionalità. Scegliere formazione di qualità per i propri dipendenti rafforza la credibilità dell’azienda e costruisce fiducia all’interno dell’organizzazione, mostrando l’impegno verso la sicurezza e la tutela dei lavoratori. Inoltre, gli enti accreditati restano aggiornati su eventuali modifiche normative e sulle migliori pratiche di settore, assicurando che la formazione sia sempre attuale e allineata alle esigenze più recenti.
Un altro vantaggio importante riguarda la protezione legale per l’azienda. In caso di incidenti o infortuni, poter dimostrare che i lavoratori sono stati formati presso un ente accreditato rappresenta una prova dell’impegno aziendale nella tutela della sicurezza, limitando così le responsabilità legali. La formazione presso enti accreditati, inoltre, è generalmente più completa e include parti pratiche e simulazioni, aspetti cruciali per l’efficacia e la sicurezza sul campo.
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