La normativa vigente, a tutela dei lavoratori, prevede per il datore di lavoro l’obbligo di stipulare con l’INAIL un’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le patologie professionali causati dall’attività lavorativa.
Ma che cos’è la malattia professionale? E come si fa ad ottenere il riconoscimento di malattia professionale?
Vediamo un approfondimento affrontando i seguenti argomenti:
La malattia professionale è una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sulla salute del lavoratore (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo) in modo diretto ed efficiente, cioè in grado di determinare la patologia in modo esclusivo e prevalente.
Per il riconoscimento di malattia professionale, infatti, il D. Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) parla di patologie professionali contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose.
Appare chiaro, quindi, che secondo la normativa vigente per accertare la malattia professionale deve esistere un rapporto causale, o concausale, diretto tra il rischio professionale e la malattia.
Il rischio può essere provocato dall’attività che il lavoratore svolge e/o dal rischio ambientale ovvero dall’ambiente in cui la lavorazione stessa si svolge.
La malattia professionale si differenzia dall’infortunio che, invece, è un evento che si verifica in modo immediato e che incide istantaneamente in modo traumatico sulla salute del lavoratore (causa violenta).
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Come abbiamo visto per ottenere la diagnosi o riconoscimento di malattia professionale è necessario dimostrare il rapporto causale tra i rischi correlati all’attività lavorativa e l’insorgenza lenta e prolungata nel tempo della patologia.
Tra i principali rischi che causano l’insorgenza di patologie professionali troviamo:
Le malattie professionali sono classificate in due tabelle (patologie professionali tabellate):
Ad ogni malattia professionale sono state associate una o più attività lavorative che la possono causare.
Va ricordato che sono denunciabili anche le patologie professionali non comprese negli elenchi di cui sopra.
Diagnosticare una malattia professionale è un processo che può essere molto lento perché il lavoratore, prima di manifestare segni e sintomi della patologia che possano essere ricondotti con certezza all’attività lavorativa, deve necessariamente essere stato esposto al rischio per un periodo di tempo.
Chiaramente se il lavoratore svolge, o ha svolto in passato, una delle attività associate alle patologie professionali tabellate, generalmente viene accettato dall’INAIL il riconoscimento di malattia professionale (se denunciata entro i limiti di tempo e le modalità previste dalla normativa vigente).
Diverso il caso in cui il lavoratore manifesti una malattia professionale non compresa tra quelle tabellate: in questi casi l’onere di dimostrare il nesso di causa tra attività lavorativa e malattia professionale spetta al lavoratore.
Il lavoratore dovrà cioè dimostrare, tramite documentazione medica, che l’attività lavorativa gli ha causato la malattia professionale.
Il lavoratore deve denunciare la malattia professionale entro 15 giorni dalla sua manifestazione altrimenti perderà il diritto all’indennizzo, o risarcimento, per tutto il periodo antecedente a quello della richiesta.
Va precisato, però, che qualora il nesso di causa tra attività lavorativa e malattia professionale emerga in un momento successivo alla cessazione del rapporto di lavoro (anche dopo anni), il lavoratore ha comunque diritto ad un risarcimento.
Per alcune patologie professionali, infatti, il periodo massimo di indennizzabilità dalla cessazione del rapporto di lavoro è illimitato.
Il lavoratore deve denunciare la malattia professionale al suo datore di lavoro consegnando una copia del certificato medico.
Il datore di lavoro ha 5 giorni lavorativi di tempo per adempiere all’obbligo di denuncia di malattia professionale del lavoratore all’INAIL.
È bene ricordare che il datore di lavoro che non rispetta l’obbligo di denuncia di malattia professionale all’INAIL incorre in sanzioni.
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